Luca Mazzotta: i confini della musica!

di Roberto Pati –

Luca Mazzotta nasce a Monza (MB) nel 1979. Inizia a suonare a circa 13 anni da autodidatta, prima di decidere di prendere lezioni da vari musicisti nella zona di Lecce e provincia dove si trasferisce. . La formazione inizia studiando da autodidatta per poi proseguire prendendo le prime lezioni di chitarra da vari musicisti nella zona di Lecce e provincia prima e dal 2003 studia chitarra acustica con il grande chitarrista Paolo Giordano a Pescara. Nel corso degli anni suona in svariate band locali, spaziando in vari generi musicali. Nel 2013 parte il suo primo progetto solista HELFIR con cui si esibisce al fianco della band Antimatter nel loro tour italiano. Nell’Ottobre 2015 è ancora in tour con gli Orphaned Land in Ungheria ed Italia per promuovere il mio primo album “Still Bleeding” pubblicato dall’etichetta My Kingdom Music. Nel 2017 pubblica il secondo album “The Human Defeat” con il progetto HELFIR ed è parallelamente impegnato in diversi progetti locali, sia live che in studio.

Luca Mazzotta, intarsia incastri sonori che possono essere mute nenie degli Ona di Sepulveda e Coloane, piuttosto che litanie di troll delle terre Highland che guardano il polo alto. Non è necessario essere nati in Islanda per avere dentro i sospiri dei Sigur Rós, né tanto meno nel sud est albionico per sperimentare la decadenza dei Radiohead. Tutto si svolge in un senso naturale. Persino la scelta del percorso più tortuoso per raggiungere la più nobile e anarchica delle manifestazioni di un animo umano: l’emozione. Se canta come Stipe o si rifà alle asettiche melodie degli XX poco importa Helfir, chiede in quello che fa e dal Salento parte per un viaggio di intensa introspezione, alla ricerca di metafisici spazi e riverberi umorali. Segna il suo passaggio con la brina mattutina dei rovi tra i muretti a secco di quel lembo di Africa italiana, si addentra in tundre tristi di monotonia cromatica per poterne sentire in disagio. Luca stanca gli stati d’animo li circoscrive ridisegnandone in confini, suona, soprattutto canta, senza paura di essere frainteso, canta per sé stesso e per la sua anima tormentata. Non si etichetta e vive la sua musica nella libertà più immensamente rappresentata. Non ha paura di essere noise, né di calarsi in riverberi di rock pop apparentemente banali che riportano ai Verve. The human Defeat, racchiude in sé una sorta di prontuario del rock nelle sue forme contrapposte, tanto distanti che in certi riverberi potrebbero apparire dissonanti, in quanto agli antipodi. Goldend Tongue, ci accompagna verso una deriva mistica dalle tinte forti. Mechanical Gold, ci spiazza in quanto apparentemente fuori contesto. Chant d’Automne ci consegna uno spaccato sanguinante dell’opera di Baudelaire, accompagnandoci alle porte di ogni peccato possibile, foriero di pentimento. E poi Tide, la sintesi dell’album che suona versatile e sinuoso, fortemente avulso da un presente artificioso, cerca altrove appigli stilistici, li cerca attraversando paludi e notti senza luna, nella certezza di essere sulla buona strada. Tutto il suo sound sprizza passione e dolore che non è fine a se stesso ma è solo uno step che porta al sublime, quel sublime straripa in questo lavoro poliedrico e trascendente.

LucA Mazzotta è attualmente ista lavorando al terzo album con HELFIR.

Roberto Pati